Tornare la sera stanchi dopo un dura giornata di lavoro trova il suo conforto nella soddisfazione di aver bene operato. Con questa consapevolezza posato il suo soprabito accese la televisione più per compagnia che non per seguire le ultime notizie della giornata.
D’altronde gli sembrava già di sapere quello che poteva essere successo. Le immagini del telegiornale scorrevano sullo schermo e lui le guardava distrattamente senza che quelle notizie riuscissero a colpire la sua attenzione. Altri pensieri lo occupavano. Nulla di nuovo o diverso riusciva ad immaginarsi se non il suo continuo operare.
Pronto per uscire velocemente di casa il figlio saluta il padre con la solita domanda di routine…. “Tutto a posto?”
“Si…si”, rispose automaticamente. “Tutto ok”.
…” Qualche novità…..Che dice il telegiornale?” chiede il figlio prima di uscire.
“Non sto seguendo” rispose…, poi volgendo l’attenzione alle immagini dello schermo… “forse c’è stato l’ennesimo attentato kamikaze prontamente replicato da qualche missile”.
Il figlio si sofferma anche lui davanti lo schermo e commenta…. “Bisognerebbe capire una volta e per tutte per quale motivo non trovino pace”.
“La vedo piuttosto difficile” replica il padre; “ai loro occhi, rivendicare diritti di primogenitura o difendere con arroganza verità relative, tutto questo giustifica guerre e atrocità che vanno avanti da millenni”
I due continuavano a vedere le immagini scorrere sullo schermo ma era oramai evidente che l’argomento aveva preso piede e destato la loro attenzione.
“Qualcuno dovrebbe fermarli una buona volta” disse il figlio.
“E’ ben difficile” replicò il padre. “Pensa, ad esempio, che esistono più luoghi definiti santi da diverse religioni e che ciò nonostante, simbolicamente rappresentano il medesimo evento, e anche questa assurdità diventa ragione da sostenere a suon di morti e stragi”.
“Mi viene da chiedermi chi abbia deciso che un determinato luogo sia santo?” chiede il figlio.
“La cieca vanità degli uomini”, fu la risposta del padre …”quegli stessi uomini che hanno preferito rimanere sordi alle parole di chi gli indicava luoghi sacri, preferendo erigere cattedrali, moschee, luoghi di culto e di pellegrinaggio lì dove loro ritenevano poter affermare che quel luogo fosse santo”
“Qualcuno dovrebbe intervenire”….. abbozzò il figlio. “E’ assurdo che tutto ciò avvenga in nome di una fede religiosa”
“Il problema è che non avviene in nome di una fede. Avviene in ragione di una diversa denominazione di religioni e confessioni che con forza pretendono di affermare la propria verità non condivisa”. “Il bello è che molto spesso credono negli stessi principi ed ideali, ma ciò non basta ad unirli nel reciproco rispetto e nelle reciproche libertà” “Lo stesso amore e la stessa tolleranza, se pur predicate, vengono immediatamente dimenticate se poste a confronto con l’altro, con il diverso”.
“Se almeno queste fedi fossero rivolte ad una sola divinità, già questo potrebbe risolvere qualche problema” aggiunse il figlio.
“Forse… ma pensa, caro figlio mio, che non solo le guerre più feroci sono state combattute proprio in ragione di credi diversi, ma neanche sul nome del divino si mettono d’accordo”
“E se qualcuno glielo suggerisse, secondo te, Pà, questo risolverebbe il problema?”
Il padre guardò amorevolmente il figlio e, stavolta, con voce grave e pacate rispose; Non credo possa servire a qualcosa…. Comunque….”L’ho fatto”.
E l’effetto quale è stato?
“Hanno continuato a scannarsi anche in ragione di quale fosse il mio nome anche quando entrambi i contendenti mi attribuivano lo stesso nome.”
“Forse se si credesse di più in te questo non succederebbe?”
“Lo stesso concetto di “credo” e di “fede” è piuttosto ambiguo”, figlio mio. C’è chi crede per convinzione, chi per dubbio o misticismo, così come c’è chi ha fede, per grazia, chi per mistero, chi per rivelazione… vai tu a metterli d’accordo. Gli uomini sono davvero straordinari e singolari” rispose sorridendo il padre. “Tu pensi al problema del nome … pensa invece che alcuni mi hanno addirittura conferito una laurea ad honorem”.
“Questa non me la voglio proprio perdere” disse il figlio incuriosito. E questi professoroni, credono in te?”.
Certo che sì, a modo loro. Tanto riflettono sulla natura umana, che mi percepiscono nel creato ed in loro stessi. Come potrebbero non credere in me?
“Se tanto hanno riflettuto chi sa quanto avranno scritto su di te… forse anche di più di quanto fatto da altri”?
“Nulla di tutto questo. Non solo non hanno scritto ma,anzi fanno di tutto per non parlare di me”.
“Che personaggi… sicuramente si tratterà di una qualche setta…di un gruppo ben circoscritto e relegato in una qualche regione ovvero condizionato da una qualche specifica cultura o retaggio storico…”
“Tutt’altro. Da sempre, sono diffusi in tutto il mondo e nonostante nulla abbiamo scritto di me, dichiarano ad occhi chiusi, sin dal principio, di credere in me e tanto dichiarano ed affermano in piena consapevolezza riconoscendosi tra di loro indipendentemente dalle razze, culture, religioni e differenze sociali.”
“Vuoi dirmi che, pur provenendo da nazioni e continenti diversi, in ogni tempo, nonostante i loro diversi credi religiosi, sono riusciti a mettersi d’accordo senza contrasti e guerre?
Esatto. Non hanno alcuna dottrina teologica. Hanno colto un nocciolo della questione. Io sono un principio, il principio creativo, eterno ed immanente, a nulla valendo le migliaia di diverse interpretazioni volute dalle presunte chiese, confessioni e religioni che hanno cercato, nella presunzione dell’umana gente, di attribuirmi, fatti, storie, episodi, parole, volti e nomi.
“Ma se non sono una chiesa o una confessione, in cosa si riconoscono tra di loro?”
“Nel lavoro svolto per divulgare il pensiero positivo finalizzando tale attività alla condivisione dei principi morali, etici e di fratellanza, ponendo avanti al proprio io quello dell’intera umanità”
“E qual è il loro fine?”
“Per ognuno di loro, quello di essere un valore aggiunto nella crescita individuale e collettiva.”
“Interessanti questi soggetti: si impegnano per il bene dell’umanità, credono in te, non si scannano nel tuo nome… a proposito, ti avranno pur dato un nome?”
“Lascia perdere, meglio che non te lo dica, figlio mio, ciò che conta è quel che hanno capito… l’essente era, è, ogn’or sarà, in ogni tempo, per l’eternità.”