Etica ed estetica di un percorso volto alla saggezza
Sabato 7 novembre 2015 – ore 09.30
Sala della Biblioteca
Istituto di Storia Patria
Maschio Angioino – Napoli
Gentile Amico,
alla luce della nostra tradizione greco romana, le ambiguità dalla bellezza sono state argomento da sempre molto caro ai poeti, iniziando da Amore e Psiche, passando alle Metamorfosi di Apuleio e arrivando alle molteplici versione della favola La bella e la bestia.
Ma se i poeti sono stati fin dall’antico affascinati dalla bellezza, è forse buon viatico, per partecipare a questo nostro secondo dialogo, ricordare la citazione di Alessandro Cipollini, letterato italiano vissuto nel 16° secolo, a proposito della poesia nella sua Tipocosmia: “Platone, (che le pecore di léi si dicano) mostra la poesia non da arte, ma da divina ispirazione nei poeti infondersi.”, nonchè ascoltare l’eco a questa citazione ne L’arte alla luce della coscienza del 1932 di Marina Cvetaeva: “La verità dei poeti è la più invincibile, la più inafferrabile, la più indimostrabile e insieme convincente, una verità che vive in noi solo nell’istantaneo – e pesto – buio della percezione… La verità del poeta è un sentiero su cui le tracce vengono subito nascoste dall’erba, non lascerebbe tracce e conseguenze neanche per lui se potesse camminare dietro a se stesso. Egli non sa cosa dirà e spesso non sa neanche che cosa dice. Non sa finché non lo dice, e subito dopo averlo detto l’ha già dimenticato. Non è una tra le innumerevoli verità, ma uno degli innumerevoli aspetti della verità, che si annullano a vicenda appena vengono confrontati. Gli aspetti ogni volta diversi e irripetibili della verità. Semplicemente una puntura al cuore. Trafittura dell’eterno.“
Se la Poesia e la Bellezza costituiscono un binomio inscindibile, allora non possono non essere considerate entrambe contemporaneamente madri e figlie dell’Amore, quello con la A maiuscola, altrettanto indefinibile e altrettanto indispensabile per la Vita dell’Uomo.
Indirizzi di saluto
Prof.ssa Renata De Lorenzo – Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia dell’Ottocento – Università degli Studi di Napoli – Federico II – Presidente della Società Napoletana di Storia Patria. |
Partecipanti al Dialogo Prof. Massimo Della Valle – Astrofisico – Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte (Istituto Nazionale di Astrofisica) – Napoli Prof. Giovanni Coppola – Professore Ordinario di Storia dell’Architettura – Presidente del Corso di Laurea in Restauro – Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” – Napoli Monsignor Gennaro Matino – Teologo – Docente presso la Pontificia Facoltà Teologica – Docente di Storia del Cristianesimo – Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” – Napoli Prof. Aldo Masullo – Professore Emerito di Filosofia Morale – Università degli Studi di Napoli – Federico II |
Moderatore Prof. Rodolfo M. A. Napoli – Professore Ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale |
Tra il bello e il bene esiste un legame misterioso, inafferrabile e indistruttibile.
La “Bellezza”, intesa in senso “schilleriano”, è un concetto universale. Ad essa è affidato il potere di ricomporre in un’ unità armonica il disordine fondamentale della realtà, rendendola capace, così, di rivelare un senso ultimo al di sopra del suo stesso caos.
In tal senso l’idea della bellezza per Dostoevskij coinciderebbe con quella di Platone (“Il bello è lo splendore del vero”), e di Dionigi Aeropagita (“Dio ci concede di partecipare alla sua propria Bellezza”): una grandiosa Teologia della Bellezza per la quale penetrare l’essenza delle cose vuol dire essenzialmente contemplarne la bellezza perfetta.
L’utilità della bellezza non è evidente; che sia necessaria alla civiltà non risulta a prima vista. Eppure la civiltà non potrebbe farne a meno.
Freud ricorda che l’estetica studia le condizioni per cui il bello è sentito come tale, ma non è stato in grado di fornire alcuna spiegazione circa la natura e l’origine della bellezza.
Ma ragioni estetiche profonde suggeriscono che l’anima ha la necessità di bellezza. Il bisogno che di essa ha la psiche è fondamentale. Quando il soddisfacimento di quel pressante bisogno di bellezza viene situato nella natura, e la natura è minacciata di distruzione, l’essere umano avverte una perdita d’anima.
La bellezza, infatti, è essenziale per il cammino di ogni essere umano, nella sua costante, anche se a volte inconsapevole, ricerca di senso e di significato.
Per non degradare la bellezza a effimero oggetto di consumo, sarebbe molto utile l’incontro autentico che la bellezza mette sempre sul nostro cammino.
Tale incontro provoca una ricerca di senso, sollecita delle domande, parla di ciò che cerchiamo e desideriamo.
Forse proprio ponendoci da questo punto di vista possiamo riconoscere che senza la bellezza l’anima si perde.…et cunctando cogitat !